Tecnologia: un aiuto prezioso per favorire l’accesso delle persone disabili ai beni culturali

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Oltre un miliardo di persone in tutto il mondo convive con una forma di disabilità. Circa 360 milioni di persone hanno subito una perdita dell’udito da moderata a profonda, 285 milioni sono ipovedenti (39 milioni dei quali non vedenti), 75 milioni hanno bisogno di una sedia a rotelle. In Italia, secondo i dati elaborati dall’Istat e dall’Osservatorio nazionale sulle disabilità, sono 4,5 milioni le persone classificate come disabili mentre, a causa dei differenti criteri e indicatori utilizzati a livello nazionale e internazionale, non è nota la prevalenza delle persone con fragilità che oscilla in un’ampia forbice tra il 4 e il 59%. Numeri significativi, rispetto ai quali anche il mondo della cultura ha intrapreso, sotto l’impulso di azioni specifiche promosse dalle istituzioni, notevoli passi avanti. 

L’obiettivo di favorire la fruizione dei beni culturali, paesaggistici e museali da parte delle persone con disabilità fisiche e intellettive ha stimolato un intreccio virtuoso, con le tecnologie più avanzate, nell’ambito di programmi, percorsi e ausili specifici, realizzati dalle istituzioni ma anche, sempre più spesso, da aziende private e associazioni. 

Questa necessità risponde anche a una consapevolezza: come confermato da studi in materia, l’arte contribuisce a rafforzare gli effetti benefici delle terapie rivolte a pazienti disabili, poiché è in grado di agire sui circuiti emozionali che, rispetto a quelli cognitivi, restano preservati più a lungo nel decorso della malattia, migliorando l’umore e il benessere degli individui interessati dalla patologia.

Ecco qualche esempio di come le tecnologie di ultima generazione rappresentano un agente positivo nel supportare la fruizione dei beni culturali per le persone affette da disabilità. 

A partire dal 2008, sotto l’impulso delle linee guida promosse dal MiBACT, è cominciato un percorso, lungo e complesso, per favorire l’accesso dei disabili alla cultura. In questo senso, l’Italia è stata tra i pionieri in Europa su questa materia, incardinando la normativa tecnica in un vero e proprio decreto ministeriale. Grazie a questa importante azione sono nati, sul territorio, tanti e diversi esempi di tecnologia applicata alla promozione dell’accesso alla cultura. Libri parlanti, immagini digitalizzate, dedicati a pubblici con disabilità visiva, visite virtuali, con traduzione in Lingua italiana dei segni (LIS), sono alcuni degli esempi di applicazione pratica. 

Oggi, sono sempre più numerosi i progetti, realizzati anche in ambito privato, per sfruttare tutte le opportunità della tecnologia per favorire l’accessibilità. La possibilità, ad esempio, di mettere insieme le tecniche dello storytelling emozionale e coinvolgente, la tecnologia beacon di riconoscimento della localizzazione e la stampa in 3D delle opere e dei reperti, per godere dell’arte attraverso l’esperienza tattile, sono solo alcune delle barriere che la tecnologia sta già contribuendo attivamente ad abbattere. 

E in futuro? Le opportunità che i processi di innovazione rendono possibili sono ancora tutte da esplorare: software open source, stampa 3D a basso costo, intelligenza artificiale, robotica, tecnologie digitali rappresentano le leve sulle quali decisori politici, innovatori, aziende private, università e laboratori di ricerca possono intrecciare un’alleanza fruttuosa per aprire nuovi percorsi di inclusione e accessibilità.  

K&MUSEO, l’app sviluppata da KOI Strategie Digitali, in grado di trasformare lo smartphone in una moderna e tecnologica guida aumentata per musei e siti turistici, nasce già con una serie di strumenti in grado di favorire l’accesso delle persone disabili ai beni culturali. L’applicazione, infatti, è integrata con:

 

  • audioguida
  • storytelling immersivo
  • videoguida in LIS
  • sensori di prossimità per attivare contenuti extra. 

 

 

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